Progetto "Zona Rossa": 6 autori e interpreti che non si conoscono hanno cominciato a condividere un lockdown autoindotto dentro il teatro Bellini. Vivranno insieme notte e giorno per costruire uno spettacolo.
Nel tempo sospeso del Coronavirus arriva un'arguta proposta firmata teatro Bellini di Napoli. Si chiama Zona Rossa: dal 20 dicembre 6 artisti, che non si conoscono, hanno cominciato a condividere un lockdown autoindotto dentro il teatro Bellini. Vivranno insieme notte e giorno per costruire uno spettacolo, senza uscire fino a data da destinarsi. O meglio fino a che con un DPCM verranno riaperti i teatri e sarà possibile mettere in scena, in un'unica replica, il loro lavoro.
Quotidianamente le loro prove e tutto il processo creativo verrà ripreso da telecamere in diretta youtube (alla fine dell'articolo potete vedere la diretta).
La mente corre veloce a note trasmissioni televisive come il Grande Fratello, ma in questo caso non si vuole spiare la vita degli artisti, il loro privato personale, quanto il privato della creazione teatrale. Al centro il valore artistico e umano che vive normalmente nel segreto delle prove, e la sua forza in un momento di totale chiusura.
Processo creativo in diretta streaming
I giorni di convivenza forzata dei sei artisti, 2 drammaturghi/registi, 2 attori, e 2 attrici, in piena attività creativa verranno condivisi con l'esterno attraverso il canale youtube, a partire dalle ore 17 del 20 dicembre. Sarà possibile sbirciare il lavoro che costruiscono insieme in tempo reale, con i suoi alti e bassi, con i suoi conflitti e armonie, con il suo confronto tra parti. I sei personaggi in cerca di uno spettacolo, saranno liberi totalmente nell'atto creativo, senza obblighi o preconcetti, quanto fisicamente chiusi dentro uno spazio definito.
I protagonisti e l'aiuto da casa
Il progetto nasce da un'idea di Daniele Russo e Davide Sacco ed è realizzato e prodotto dalla Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini. Avrà come protagonisti Alfredo Angelici, Federica Carruba Toscano, Pier Giuseppe di Tanno, Licia Lanera, Pier Lorenzo Pisano, Matilde Vigna.
Si tratta di artisti che non hanno mai lavorato insieme né si conoscono, ma hanno accettato la sfida. Il teatro Bellini diventerà la loro casa, usando come camere personali i camerini riadattati anche in maniera piuttosto spartana. Ma saranno ripresi solo quando si trovano negli spazi comuni, durante le prove. Le dirette in cui si proporrà il loro lavoro seguirà l'orario di convocazione degli attori definito quotidianamente.
Come ogni reality che si rispetti sono previsti dei momenti di contatto con l'esterno. La rubrica intitolata L'aiuto da casa prevede una serie di appuntamenti, di approfondimento costruiti insieme al giornalista Alessandro Toppi. In questa occasione anche il pubblico potrà interagire con gli artisti esclusivamente sul processo creativo teatrale in atto. Questi incontri nasceranno dall'esigenza degli artisti stessi di avere un feedback del proprio lavoro. E il teatro sarà sempre l'unico tema dell'intera operazione.
Provocazione o espressione di disagio?
La risposta viene dagli stessi ideatori: "Il teatro italiano - spiega Daniele Russo - è diventato un po' la fabbrica dell'effimero, più di quanto non lo fosse per natura, con risorse mentali ed economiche che si sprecano per spettacoli che hanno una durata di un breve week end. Quindi la provocazione con cui nasce Zona Rossa la portiamo fino in fondo: finirà con una sola replica". Sotto i riflettori dell'operazione c'è il meccanismo del teatro più che il suo prodotto.
"Intendiamo far capire - spiega Davide Sacco - quanto è doloroso. Dopo mesi di prove si chiude il sipario con uno spettacolo di un ora o due ore e poi addio a tutti. Allora ti domandi, ne è valsa veramente la pena di mettersi così tanto in gioco? Tutto questo dolore che ci siamo provocati, questo entrare dentro di noi a cosa è servito, in un'unica replica? ".